È davvero così utile fare i “buoni propositi” per l’anno nuovo?
Un anno è appena finito e uno nuovo è iniziato. Ci lasciamo alle spalle i vari riti di passaggio e ci dedichiamo a piccole superstizioni del momento. Come, classico dei classici, quella delle liste dei buoni propositi per i mesi a venire: che si tratti di iniziare una dieta o di fare attività fisica, di dedicarsi di più al volontariato o di smettere con qualche vizio, tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo tentato di darci dei paletti appena passato il Capodanno. Ciò ovviamente si declina anche sul lavoro: lavorare sui propri punti deboli, essere più puntuali, collaborare maggiormente con i colleghi ecc. Ma è davvero necessario tutto ciò?
Se da una parte è sicuramente positivo cercare di migliorarsi costantemente, perfino programmandolo, dall’altra può risultare sterile farlo semplicemente perché abbiamo appena dovuto cambiare calendario. È abbastanza dimostrato, infatti, che la maggior parte delle risoluzioni per l’anno nuovo vanno in fumo dopo poche settimane, se non pochi mesi. Come mai? Perché spesso ci fissiamo degli obiettivi irrealistici o molto più grandi di noi. O altre volte perché continuiamo ad insistere su problemi su cui già in passato con la semplice forza di volontà non abbiamo ottenuto risultati. A volte nulla cambia perché riteniamo sufficiente il solo pensiero di voler cambiare.
Tutto sta nel cambiamento: quante volte vorremmo decidere qualcosa per cambiare il corso dei nostri giorni e poi ci ritroviamo paralizzati da mille fattori, dalla paura alla mancanza di tempo? Lo stesso avviene con i propositi del nuovo anno, che per di più ci caricano di ansie e di aspettative perché è proprio questo il periodo in cui la maggior parte di noi vorrebbe dare una svolta alla propria quotidianità o alla propria carriera. La maggior parte dei propositi, infatti, non funziona perché rimaniamo bloccati nel timore di non farcela.
Dobbiamo quindi concludere che i desideri dell’anno nuovo sono tutti futili e che in realtà siamo destinati a rimanere sempre gli stessi? La risposta alla seconda parte della domanda è: ovviamente no. Mentre per le risoluzioni di inizio anno, sì sono per la maggior parte inutili e spesso hanno l’effetto placebo di tranquillizzare la nostra coscienza.
Perché attendere il passaggio fra dicembre e gennaio per ributtarci in quel loop senza fine di buoni propositi frustrati e cambiamenti sempre rimandati?
A questi si possono contrapporre altri tipi di obiettivi, utili e più raggiungibili: non poniamoci limiti, soprattutto temporali, si può cambiare sempre, non c’è bisogno di aspettare l’anno nuovo.
Si procede per gradi, frammentiamo l’obiettivo in tappe più agili da raggiungere.
Infine cambiare richiede tempo, energia, forza di volontà, apertura e freschezza mentale. Calibriamo bene le nostre forze, commisurando gli obiettivi a quello che veramente vogliamo o possiamo fare.
Ora che abbiamo accartocciato e buttato nel cestino la lista di buoni propositi per quest’anno nuovo, non ci resta che rimboccarci le maniche: il cambiamento si misura giorno per giorno, forse ci stupiremo, il prossimo gennaio, di aver fatto molto di più di quanto avevamo scritto in quella lista.
Proprio vero…..perché attendere l anno nuovo per dare dei cambiamenti??? Condivido ciò che hai scritto…..
Grazie Marisa, è bello guardare il futuro, con la possibilità di regalarsi un cambiamento, condividendolo anche a distanza