ANSIA: NON SEMPRE E’ DISFUNZIONALE
L’ansia è una reazione psicofisiologica che si innesca quando percepiamo o anticipiamo un pericolo o una minaccia, sia reali che immaginati. È caratterizzata da uno stato di tensione e di allarme, che spesso si accompagna a manifestazioni fisiologiche come sudorazione, aumento del battito cardiaco, crampi allo stomaco, vampate di calore o brividi, difficoltà di respirazione, tremori e tensione muscolare.
La funzione dell’ansia è quella di preparare il corpo ad affrontare la minaccia percepita. Essa ha quindi un valore adattivo, poiché ci consente di reagire dinanzi ai pericoli e di attivarci efficacemente in situazioni che implicano una performance, come un esame o una gara.
L’ansia diviene invece disfunzionale quando è presente in modo persistente, anche in assenza di stimoli scatenanti, e comporta un’attivazione somatica eccessiva. In questo caso, si associa frequentemente a pensieri e preoccupazioni intrusivi e ricorrenti, rimuginio ed evitamento di persone o situazioni. L’ansia disfunzionale può così limitare il funzionamento dell’individuo e causare un forte stato di malessere. Di conseguenza, richiede un’adeguata presa in carico psicologica volta ad attenuare i sintomi fisici e ad acquisire maggiore consapevolezza e padronanza dei propri stati d’ansia, così da ripristinare una condizione di benessere.
FONTI: American Psychological Association (https://www.apa.org/topics/anxiety); Psicoadvisor (https://psicoadvisor.com/gli-effetti-corporei-dellansia-30498.html).