IL TEMPO NON GUARISCE TUTTE LE FERITE: EMDR, un valido strumento per la rielaborazione dei traumi
Cos’è che spinge una donna bella e intelligente a scegliere sempre l’uomo sbagliato e, se lui si allontana, la porta a supplicarlo di rimanere perdendo anche l’ultimo briciolo di dignità rimasta?
Cosa spinge una ragazza preparata a trovare mille scuse per non presentarsi al lavoro dopo qualche mese dall’assunzione e a ripetere lo stesso loop in ogni posto di lavoro?
Spesso i comportamenti di oggi sono influenzati da ricordi non elaborati di episodi avvenuti anche in un passato molto remoto. Il ricordo, con tutte le sue connotazioni emotive, affettive e cognitive è stato immagazzinato all’interno di una rete neurale così come è stato vissuto là e allora.
In questo caso si continua a provare rabbia, rancore, dolore o altre emozioni riguardo a eventi accaduti anche molti anni prima: il tempo non guarisce affatto tutte le ferite.
L‘EMDR(Eye Movement Desensitization and
Reprocessing) è una tecnica protocollata per il trattamento di diversi tipi di
trauma che si basa sulla stimolazione bilaterale.
Questa metodologia, utile per il
trattamento di disturbi causati da eventi stressanti o traumatici come il disturbo da stress post-traumatico, sfrutta i movimenti oculari alternati, o altre forme di
stimolazione alternata destro/sinistra, per ristabilire l’equilibrio
eccitatorio/inibitorio, permettendo così una migliore comunicazione tra gli
emisferi cerebrali.
Si parla di traumi con la T maiuscola per
riferirsi a eventi di vita che hanno coinvolto la persona in
modo violento come incidenti, lutti, disastri naturali (terremoti,
inondazioni ecc.) e di traumi con la t minuscola per
riferirsi a traumi relazionali,
cioè la quotidiana e ripetuta esposizione a figure di attaccamento disfunzionali e a
contesti familiari patologici, che provoca traumi emozionali.(Fernandez
I.,2013).
La ricerca ha dimostrato che a seguito di un evento stressante c’è
un’interruzione del normale modo di processare l’informazione da parte del
cervello. Ciò include il fallimento nel creare una memoria coerente
dell’esperienza, in quanto tutti gli aspetti di memoria, pensiero, sensazioni fisiche ed emotive dell’evento
traumatico non riescono ad essere integrati tra loro e con altre
esperienze.
Questo provoca il ‘congelamento’ dell’informazione nella sua forma
ansiogena originale, nello stesso modo in cui è stato vissuto; l’informazione
congelata e racchiusa nelle reti neurali non può essere elaborata e quindi
continua a essere disturbante per la persona.
I movimenti oculari saccadici e ritmici tipici della terapia EMDR,
concomitanti con l’individuazione dell’immagine traumatica, delle convinzioni
negative ad essa legate e del disagio emotivo, facilitano la rielaborazione
dell’informazione, fino alla risoluzione dei condizionamenti emotivi. In questo
modo l’esperienza è usata in modo costruttivo dalla persona ed è integrata in
uno schema cognitivo ed emotivo non negativo.
L’ EMDR è una tecnica non invasiva utilizzata dal terapeuta con ampia evidenza scientifica e con efficacia riconosciuta da numerose ricerche. Dott.ssa Patrizia Piazzalunga, psicoterapeuta, specializzata in EMDR